«Come in un processo». L'Expositio super Iob ad litteram di san Tommaso d'Aquino
Margherita Maria Rossi, Teodora Rossi
EDS Editrice Domenicana Italiana, Napoli, pp. 176 € 15,00
«Come in un processo». L'Expositio super Iob ad litteram di san Tommaso d'Aquino
Margherita Maria Rossi e Teodora Rossi
INDICE GENERALE
Prefazione |
p. 7 |
Introduzione |
p. 11 |
Capitolo I. La missione di san Tommaso a Orvieto. Spunti ambi(m)entali |
p. 17 |
1. Città, cultura e società |
p. 17 |
2. Profilo delle opere del soggiorno orvietano: sguardo d’insieme |
p. 32 |
Capitolo II. La Expositio super Iob ad litteram: elementi costitutivi |
p. 47 |
1.Il prologo e i suoi temi |
p. 47 |
2. Le fonti del prologo e della Expositio super Iob ad litteram |
p. 59 |
3. L’opzione per la littera |
p. 71 |
4. Le estensioni concettuali del prologo |
p. 79 |
Capitolo III. La Expositio super Iob ad litteram: la disputa e il processo |
p. 87 |
1. La lunga gestazione della disputatio |
p. 87 |
2. Il diritto medievale e i responsa |
p. 102 |
Capitolo IV. Il Libro di Giobbe e le implicazioni dell’“ordine incerto” |
p. 117 |
1. La teleologia della libertà |
p. 119 |
a. “[...] dopo la Legge” |
p. 119 |
b. “[...] e dopo i Profeti” |
p. 128 |
3. Il libro “estremo” |
p. 136 |
4. La certezza dell’ordine |
p. 150 |
Conclusione |
p. 157 |
Indici |
|
I. Indice dei nomi e delle opere |
p. 167 |
II. Indice dei temi |
p. 170 |
III. Indice generale |
p. 175 |
La snellezza dell’opera (pp.176) delle Docenti dell’Angelicum di Roma, che presentiamo agli studiosi e agli studenti, non deve trarre in inganno. Oltre alle dotte note e all’ampia bibliografia generale (pp. 159-166), si presenta come un commento ad una interpretazione classica del testo di Giobbe, ma soprattutto colloca il testo di Tommaso nel contesto socio-culturale di origine. Si tratta della Orvieto papale del XIII secolo, piena di discordia, eresia, processi, dispute. Su questo sfondo quasi fiabesco, ma sulla griglia storica molto realistica, si pone la riflessione tomasiana sul male e sul dolore umano. Il quadro della vita vissuta dall’Autore, in parallelo alla stesura del suo commentario biblico, lo rende vivo e meno tragicamente atemporale. |
Conclusione
L’intero dispiegarsi della Expositio super Iob ad litteram — accostata con la lente ambi(m)entale e letta come disputa processuale — suscita uno straordinario interesse, sia in relazione alla produzione esegetica di san Tommaso, rispetto alla quale si presenta con caratteristiche specifiche ed esclusive; sia in relazione alla tradizione interpretativa dei predecessori, rispetto alla quale adotta un metodo proprio di lettura del testo; sia, infine, in relazione all’ambiente precipuo di Orvieto, rispetto al quale intende porsi come piattaforma tematica virtualmente capace di aperture dialogiche con le altre tradizioni religiose. La Expositio super Iob ad litteram, inoltre, è particolarmente rappresentativa della stagione epistemica che san Tommaso verosimilmente vive nel suo soggiorno orvietano, costituita dall’attenzione alla difesa delle verità del Cristianesimo in quello che si potrebbe chiamare il foro pubblico; l’opera, infatti, utilizza e valuta efficacemente tutto lo strumentario argomentativo disponibile alla tradizione cristiana che — pur presente in modo differenziato e parziale in tutte le opere dello stesso periodo — trova in questo commento l’espressione più consapevole e completa.
L’assunto iniziale «bonis et malis et bona et mala» attiva l’indagine sul reticolo concettuale (cosmologico, filosofico, etico e teologico) di cui si occupa il Libro di Giobbe, ponendo proletticamente questioni che daranno luogo ad accesi dibattiti dei secoli successivi: intuisce la rilevanza del problema della libertà umana nella sua portata cosmica, ma anche nella sua complessa articolazione teologica, ivi incluse le dimensioni amartologica e aretologica. Non solo: attira l’attenzione sugli aspetti linguistici: dallo statuto dei giudizi morali alla proprietà del discorso “su” Dio e fino ai principi ermeneutici per decodificare il discorso “di” Dio e alla semiotica della sofferenza.
La Expositio super Iob ad litteram inoltre, attirata dal dinamismo escatologico del disegno salvifico e teleologico della libertà umana verso approdi inesplorati, celebra — nella crescita di Giobbe verso una più precisa concezione di Dio — l’aspetto dinamico della fede. Fede che appare come elemento strutturale della realtà del rapporto con Dio e del modo in cui lo si vive ed esprime sia nell’orizzonte della vittoria finale del bene sul male, sia nella cornice delle vicende quotidiane, sempre lumeggiate dalla tensione escatologica. San Tommaso entra nel vivo di questa dimensione al crocevia tra storia e meta-storia con i nessi congetturali (compatibili a un tempo con la ricostruzione giudiziaria di un evento e con la caratteristiche delle opere esegetiche): si tratta di ampie sezioni narrative che consentono il passaggio logico tra una parte e l’altra, in cui san Tommaso prosegue idealmente il discorso del personaggio di cui si occupa, o del suo ragionamento, o spiega meglio o nel dettaglio una circostanza ricorrendo a dati esperienziali per situare il lettore nella corretta prospettiva del discorso, aprendo a intonazioni e risonanze esistenziali, ma anche per legare insieme in modo plausibile parti di situazioni, discorsi o ragionamenti in una sorta di sceneggiatura, scritta per saldare le frasi del discorso in modo che ogni personaggio sia coerente, affidabile, realistico e rappresenti un punto di vista filosofico e teologico.
Sempre marcatamente coinvolgente sia dal punto di vista narratologico che da quello logico, dunque, la Expositio super Iob ad litteram porta a compimento — nel disegno architettonico e nei dettagli — un ardito progetto apologetico che invita a leggere le avversità nella vita del credente come sacramento della conoscibilità di Dio.